1968: la nave TWIGA partita da Setubal, vicino Lisbona, era diretta a Venezia con un carico di polpa di legno destinato a una cartiera. La notte del 13 maggio, dopo uno scalo tecnico a Messina, riprese la navigazione per Venezia. All’alba del 14 maggio, mentre la nave si trovava a 4 miglia dalla costa calabrese nei pressi di Punta Stilo/Capo Monasterace, un incendio divampò nelle stive cariche.
Il giovane comandante ateniese Gerasimos Farandatos ordinò di puntare immediatamente la prua a terra per consentire ai 17 uomini dell’equipaggio di mettersi in salvo mentre lanciava l’S.O.S. Sul posto arrivarono i Vigili del Fuoco di Siderno Marina, la Guardia di Finanza di Monasterace e i Carabinieri della tenenza di Roccella Jonica. I primi soccorsi furono prestati da un motopeschereccio calabrese, il Santa Carmela. Le Capitanerie di Porto di Messina e di Crotone inviarono sul posto i rimorchiatori Capo Peloro e Cesare dell’Angelo.
Le attività di spegnimento furono difficili a causa dell’alta infiammabilità del carico. Solo il giorno dopo, quando il carico di polpa di legno era già in gran parte distrutto, si tentò il rimorchio verso Messina. Durante il viaggio, però, i focolai si ravviarono: la nave perse stabilità e non fu possibile farla entrare in porto.
Il 17 maggio il Twiga venne dunque fatto arenare in via provvisoria sulla spiaggia di San Raineri in attesa che l’incendio si placasse definitivamente. Qualche giorno dopo fu rimorchiato in Rada Paradiso, di fronte al torrente Pace e messa all’ancora.
A questo punto insorsero forti contrasti tra gli armatori greci, la compagnia assicuratrice inglese Lloyd’s e la ditta che intervenne nei soccorsi: in attesa che si raggiungesse un accordo il piroscafo restò lì per ben otto mesi, fortemente inclinato, in balia del mare. Il 10 febbraio 1969, stanco, il Twiga affondò capovolgendosi.
Il relitto giace su un fondale sabbioso a circa 42 metri di profondità, in un tratto di mare interessato da forti correnti. La nave è poggiata sul lato destro; a prua si riconoscono l’ancora di rispetto e il verricello salpa ancora a due campane. Nelle stive resti di materiale coibente e grosse serpentine dell’impianto per il controllo della temperatura ambientale. Nella zona poppiera l’elica quadripala destrorsa.
Il piroscafo Twiga nasce come Linda Clausen nel 1944 nei cantieri Svendborg per commessa di una compagnia di navigazione danese che la mise in servizio per trasporto cargo e passeggeri sulla rotta con la Gran Bretagna. Nel 1950 fu venduta a un’altra compagnia e rinominata Diana.
Nel 1965 fu acquistata da una compagnia di navigazione greca e due anni dopo fu ribattezzata Twiga (ΤΟΥΙΓΚΑ), parola swahili che significa giraffa.