30 gennaio 1986, ore 5:30, Messina è svegliata da un forte, fortissimo boato. Ore 5:40, un secondo boato riecheggia a una certa distanza.
Erano le bombe che affondarono gli aliscafi ciprioti, lo Svalan e il Tarnan. La sincronia quasi perfetta degli scoppi suggerì la mano di specialisti dietro l’attento. Le esplosioni si sono verificate prima a bordo dello Svalan, ormeggiato sul lungomare davanti alla Batteria Masotto e poi sul Tarnan, ormeggiata proprio dentro i Cantieri Rodriquez. Lo Svalan, con la chiglia squarciata, colò a picco adagiandosi sul fondale. Delle due bombe destinate al Tarnan ne esplose solo una, ma l’aliscafo affondò ugualmente, a solo un paio di metri di profondità. Questo consentì di recuperalo, ma lo stesso non riprese mai più servizio.
I primi rilievi furono i sommozzatori dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri che riscontrarono due squarci sullo Svalan e trovarono sulla chiglia del Tarnan la bomba inesplosa racchiusa dentro un sacchetto impermeabile. Diverse le ipotesi: la vendetta, l’intimidazione, l’atto terroristico, ma la bomba rimaneva l’unico elemento d’indagine per l’inchiesta aperta sul duplice sabotaggio. Polizia e Carabinieri cercarono subito di rintracciare l’armatore Afifi Wael, che dopo aver consegnato i due aliscafi ai cantieri, sparì dalla circolazione. Pare che Afifi Wael, 32 anni con doppio passaporto – tunisino e libanese – fosse collegato con il movimento armato palestinese. La notizia rimbalzò anche sui quotidiani americani, i quali acclamavano all’attentato terroristico da parte dei Servizi Segreti Israeliani, notizia mai confermata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Rocco Sisci, all’epoca incaricato.
L’aliscafo per trasporto passeggeri Svalan, “rondine” in svedese, fu costruito nei Cantieri Navali Rodriquez di Messina nel 1965 su commissione di una società armatrice svedese. Il 15 luglio 1965 il battello prese servizio tra Malmö e Copenhagen. Verso la fine del 1965 la stessa Società armatrice commissionò alla Rodriquez un altro aliscafo, gemello dello Svalan, il Tärnan.
Nel 1983 entrambi furono venduti alla compagnia cipriota Tarnan Lines Ltd di Limasson. Con nuova bandiera, ma mantenendo il loro nome, Svalan e Tarnan, ognuno con sei uomini svedesi di equipaggio lasciarono le acque scandinave l’11 novembre 1983. Il viaggio fu lungo e difficile e dopo quasi tre mesi dopo la partenza da Malmö, Svalan e Tarnan raggiunsero la loro destinazione, Larnaca (Cipro). Non si sa se gli aliscafi siano mai entrati in servizio a Cipro, pare facessero la spola tra Cipro e il Libano, ma in ogni caso hanno mantenuto i loro nomi originali. Quello che è certo è che a un certo punto i due aliscafi furono portati a Messina e ormeggiati vicino al Cantiere Rodriquez.
ll relitto si trova adagiato in assetto di navigazione, la prua rivolta verso est, su un fondale di circa 30 metri, con la sua parte più alta, la plancia di comando, a circa 22 metri di profondità. Le condizioni generali delle lamiere sono buone e in alcuni punti è ancora visibile la vernice originale. Al suo interno si scorgono i sedili del locale passeggeri ancora intatti, così come la plancia di comando: le sedute, la strumentazione, le manette, un telefono di bordo, i mezzi antincendio sono lì ancora al loro posto, come pronti all’uso.
Proprio a centro nave, al centro della carena tra i due motori proprio sotto i locali macchine, c’è il profondo e vasto squarcio lasciato dalle bombe. Le lamiere sono tutte ritorte verso l’interno, segno questo che l’ordigno fu probabilmente applicato esternamente allo scafo. I segni dell’esplosione sono percettibili fin sopra l’opera morta. Le ali di portanza sono ancora in sede e integre, tranne quella anteriore sinistra che appare leggermente danneggiata, forse a causa del violento urto sul fondale sabbioso al momento dell’affondamento.