La nave mercantile Maddalena Lo Faro nasce come Rigoletto nel 1955, presso i cantieri navali tedeschi Kieler Howaldtswerke di Kiel.
La Rigoletto e la gemella Traviata furono commissionate da una compagnia di navigazione svedese con la specifica richiesta che fossero realizzate quali cargo per il trasporto di autovetture (nuove): molto probabilmente rappresentano il primo esempio di navi di questo tipo costruite espressamente per tale scopo.
Lo stesso anno le due navi iniziarono un regolare servizio di linea da e per gli Stati Uniti e il Canada, in particolare verso la zona dei Grandi Laghi e molto probabilmente con la città di Detroit, trasportando autovetture Volkswagen, Saab e Volvo.
Nel 1968 la Rigoletto fu venduta all’armatore napoletano Salvatore Lo Faro e fu ribattezzata Maddalena Lo Faro.
La notte tra l’1 e il 2 luglio 1980 la Maddalena Lo Faro, sotto il comando del Capitano Giuseppe Tedesco, ventottenne di Villa San Giovanni, navigava sulla rotta Anversa-Beirut con un carico di automobili usate.
Quand’ecco che all’improvviso, alle prime ore del mattino del 2 luglio, mentre si trovava a 30 miglia a sud-est di Capo Spartivento, nelle stive divampò un incendio che in pochissimo tempo sfuggì ai mezzi antincendio presenti a bordo. Alle 08:30 del mattino il radiotelegrafista di bordo lanciò l’SOS.
Il Comando di Marisicilia inviò immediatamente il dragamine Gelso e un elicottero, che decollò da Maristaeli di Catania. Anche l’incrociatore Caio Duilio, che in quel momento incrociava non molto lontano, si diresse sul posto. Alle 10:40 il Comandante Tedesco, resosi conto che per la nave non vi era più nulla da fare perché quasi interamente avvolta dal fuoco, diede l’ordine di abbandonare la nave. Qualche ora dopo la Maddalena Lo Faro fu considerata persa e i mezzi della Marina Militare rientrarono alle rispettive basi. A quel punto i rimorchiatori d’altura Capo Passero di Messina e Mare Jonio di Augusta che intanto erano sopraggiunti, riuscirono ad agganciare e trainare il mercantile fino a Messina dove giunsero in serata. La nave si mostrava inclinata di cinque gradi sul fianco destro, fu ancorata nella rada Paradiso dove l’incendio continuò fino al mattino successivo. Due giorni dopo la nave, ormai ridotta a un groviglio di lamiere contorte e fumanti e in procinto di affondare, fu rimorchiata fino alla zona portuale e dove si lasciò andare.
La Maddalena Lo Faro giace su un fondale di circa 30 metri di profondità, dove si può vedere la grande elica.
Fino a qualche tempo fa la prua del relitto affiorava quasi verticale a pochi metri dalla battigia. Oggi invece questa porzione della nave si è staccata a causa dei marosi e giace capovolta a poca distanza dal troncone principale della nave. Sono ancora visibili le prime due lettere del suo nome al varo: RIgoletto.
Le sovrastrutture della nave sono completamente distrutte, mentre sono ben riconoscibili le bombole del sistema antincendio che in occasione della tragedia si dimostrò inadeguato.
Nelle stive, ancora al loro posto, si riconoscono le automobili, tra cui alcune Mercedes.